|
DATI CLIMATICI ANNATA BAROLO 2001
Il dato generale è quello di un'annata molto favorevole.
Si può ragionevolmente affermare che la campagna viticola 2000-2001
sia iniziata con le abbondanti e nefaste piogge del 14-16 ottobre
2000 che in ampie zone del territorio piemontese hanno dato
origine a fenomeni alluvionali. Tali precipitazioni, insieme a
quelle di fine settembre, hanno segnato l'inizio di un periodo
caratterizzato, fino a dicembre, e a differenza di quanto generalmente
accaduto negli ultimi anni, da precipitazioni superiori alla norma,
in termini sia di quantità che di frequenza, che hanno ripristinato
il contenuto idrico dei suoli.
Tempo migliore invece nella seconda parte dell'inverno
e a inizio primavera. L'andamento termo-pluviometrico è risultato
alquanto regolare facendo registrare come uniche eccezioni due
cali termici di cui uno verso la metà di gennaio ed uno più anomalo
all'inizio di marzo in cui si sono toccati i minimi termici invernali,
senza peraltro incidere sulla regolarità dello sviluppo vegetativo.
Già alla fine di marzo infatti il germogliamento del Nebbiolo,
il vitigno più precoce, appariva regolare lungo il capo a frutto
ed in anticipo, in linea con le ultime annate.
L'elevato contenuto idrico del terreno e le elevate somme termiche
hanno favorito, in generale e per tutte le varietà, un rapido
sviluppo dei germogli, sennonché l'abbassamento termico del
15 aprile che ha toccato minimi di -2°C e una violenta grandinata
il giorno successivo, limitatamente al comune di Treiso, hanno
dato origine ad alcuni timori. Fortunatamente tale gelata primaverile,
che ha interessato soprattutto le Langhe e l'Alto Monferrato,
ha comunque avuto effetti assai più limitati in Piemonte che non
in altre regioni, come la Toscana; i cali termici e i danni sono
risultati generalmente contenuti e limitati solo ad alcune aree.
Il mese di aprile ha mostrato precipitazioni molto inferiori
alla norma (tra i 10 ed i 25 mm), costituendo la prima vera anomalia
di questo inizio d'anno, mentre nel mese di maggio si sono registrati
i picchi delle precipitazioni per la stagione vegetativa con valori
mensili compresi tra 70 e 140 mm, in corrispondenza di temperature
abbastanza elevate, ulteriormente in crescita negli alternanti
periodi di bel tempo. Tale clima ha favorito in molti vigneti
attacchi precoci (metà maggio) di peronospora sui grappolini appena
formati, che talvolta hanno ridotto il potenziale produttivo.
Fortunatamente la vite presentava un'elevata fertilità delle gemme,
che significa molti grappoli, quindi i danni sono stati praticamente
irrilevanti.
Lo sviluppo vegetativo è proceduto spedito, garantendo una adeguata
superficie fogliare per il periodo della fioritura, la quale è
cominciata nell'ultima settimana di maggio per il Nebbiolo, seguito
a breve distanza dalle altre varietà. Con il mese di giugno le
piovosità sono nettamente diminuite, permettendo una regolare
allegagione in tutte le varietà. Il clima della prima parte
dell'estate è risultato leggermente meno caldo rispetto alle ultime
annate, con una piovosità scarsa ma complessivamente nella
norma del periodo, e con grandinate a "macchia di leopardo" sia
nel Nord che nel Sud Piemonte. Le temperature medie del mese di
giugno sono state complessivamente inferiori di circa 1 °C rispetto
alla passata stagione, salvo subire un forte aumento nei valori
massimi nell'ultima decade. L'invaiatura è iniziata con le varietà
più precoci (Dolcetto, Moscato, Pinot nero) a partire dalla terza
settimana di luglio.
Verso la fine di luglio condizioni di cielo terso e vento
caldo hanno favorito la comparsa di ustioni sugli acini che non
avevano ancora completato la distensione. Il mese di agosto si
è distinto per un'ondata di caldo eccezionale, che all'inizio
ha impresso una forte accelerazione alla maturazione: ma in seguito
il persistere di temperature elevatissime, oltre i 35 gradi in
molti casi, e di una ostinata siccità, hanno determinato in molti
casi condizioni di grave stress, che hanno fatto temere per la
quantità del raccolto e anche per la sua qualità. Infatti gli
acini non aumentavano di peso e in alcuni casi si raggrinzivano
addirittura per disidratazione; a ciò si accompagnava un blocco
del flusso della linfa e, nei casi più gravi, della stessa attività
fotosintetica, con arresto della maturazione. Nei casi meno gravi,
in terreni più freschi e profondi, la maturazione procedeva con
un buon accumulo zuccherino ma una persistente acidità, dovuta
soprattutto alla scarsa salificazione dell'acido tartarico.
Per fortuna ai primi di settembre alcune piogge provvidenziali
hanno rimesso a posto le cose, consentendo alla vite di fare tesoro
del calore accumulato dal suolo e imprimendo all'annata la svolta
decisiva verso la qualità. Il mese di settembre è stato
caratterizzato da un ritorno ad un clima più fresco, sia di giorno
che di notte, fatto quest'ultimo molto positivo per la sintesi
e la conservazione degli aromi e per la sanità dell'uva. Rispetto
allo scorso anno la temperatura media mensile è risultata., in
tutte le aree viticole, intorno ai 16 °C, con un abbassamento
medio di circa 3 °C. In sostanza vi è stato un apporto termico
inferiore di circa 90 gradi giorno, espressi come indice di Winkler.
La maturazione è avanzata regolarmente, ma lentamente,
per cui le iniziali impressioni di precocità sono state confermate
per i vitigni precoci, ma sono state smentite per i vitigni più
tardivi: o, quanto meno, si sono tradotte in un livello di maturazione
mediamente molto buono, rispetto ad un epoca di raccolta che risulta
nella norma. La pioggia ha fatto a tratti la sua comparsa, accompagnata
in alcuni casi anche dalla grandine, con violente tempeste, insolite
per la stagione, che hanno interessato via via le zone limitrofe
a Diano d'Alba, Cocconato, ed in ultimo, Costigliole d'Asti, obbligando
nei casi più gravi i viticoltori a vendemmie anticipate su uve
ormai compromesse. Il ritorno ad un clima settembrino tipico di
un'area temperata come il Piemonte ha rinnovato inevitabilmente
l'incertezza sull'epoca di raccolta e i timori della pioggia.
La sanità delle uve è risultata generalmente eccellente,
a meno di quelle colpite dalla grandine. La buccia era consistente,
e i marciumi quasi assenti: in effetti le muffe del grappolo sono
state bloccate, prima dal clima caldo e asciutto, poi, dopo le
prime piogge, dalle basse temperature notturne, che però si sono
alzate nella seconda metà del mese di settembre, determinando
qualche rischio in più per la sanità ma, in compenso, una migliore
degradazione dell'acido malico con conseguente perdita di "asprezza".
La maturazione fenolica è stata buona, con regolare accumulo
di antociani e un buon affinamento dei tannini delle bucce e dei
vinaccioli: come già nel '2000, non è andata di pari passo con
la maturità zuccherina, ma l'ha seguita a distanza di alcuni giorni
o anche settimane, consigliando ai viticoltori più avveduti e
più documentati un posticipo della raccolta. Il controllo analitico
delle uve, e anche l'assaggio delle stesse, secondo tecniche ormai
sperimentate anche nella nostra regione, cominciano ormai a fornire
un valido supporto in questo senso.
Possiamo ormai dirlo: il Piemonte ha toccato un nuovo primato,
quello delle sei ottime annate consecutive. Occorre però anche
dire che nel 2001 la buona qualità, benché diffusa, non è generalizzata:
in diversi vigneti è stata compromessa, non solo da eventi meteorici
avversi, ma anche dall'errore umano, e cioè, in particolare, da
livelli produttivi eccessivi. La clemenza dell'annata ha consentito
comunque di raccogliere, anche in questi casi, uve sane e abbastanza
equilibrate nella composizione, non tali da fornire vini di corpo
e struttura, ma buoni vini da tavola. Purtroppo questi casi abbassano
la media, e questo spiega perché non abbiamo attribuito punteggi
pieni (le cinque stelle) sul giudizio complessivo, ma non modificano
il dato generale che è quello di un'annata molto favorevole.
Fonte Vignaioli Piemontesi.
|